Pueblos Blancos in Andalucia. Quali sono i più belli?
La Ruta de los Pueblos Blancos è un percorso che ho scoperto in una rivista di viaggio e che ho deciso di inserire studiando cosa vedere in Andalusia in 7 giorni.
Essendo la mia seconda volta in questa meravigliosa regione spagnola, ho pensato di visitare mete diverse dalle solite, attraversando la Sierra de Grazalema e visitando alcuni dei Pueblos Blancos più belli.
Il mio itinerario è partito da Malaga, raggiunta con un volo Ryanair dall’Italia. Dopo il noleggio di una vettura, ci siamo spostati verso Ronda, il primo e più importante pueblo blanco dell’Andalusia.
Poi ci siamo spostati verso Cadice, soggiornando ad El Puerto de Santa Maria e visitando il famoso ‘Triangolo dello Sherry’, Tarifa, Vejer de la Frontera ed ovviamente la stessa Cadice, meravigliosa.
Dove si trovano i Pueblos Blancos?
Il percorso è compreso fra le province di Malaga e Cadice e tocca circa una ventina di borghi. Quanti siano con precisione i villaggi bianchi in Andalusia onestamente non lo so. C’è chi dice 19 chi 22, chi comprende Ronda e chi no.
Per me poco cambia in quanto ho deciso di vederne solo alcuni, i più particolari e scenografici, anche perchè per visitarli tutti ci sarebbero voluti almeno 3 giorni ed io avevo altro da vedere.
Questa è la mappa de ‘LOS PUEBLOS BLANCOS‘, una delle tante disponibili in rete:
Pueblos Blancos più belli – Itinerario insolito in Andalucia
Faccio una premessa: la nostra seconda volta in Andalusia è stata accompagnata da un tempo a tratti terrificante, con tanta pioggia e tanto vento.
Per fortuna gran parte mentre viaggiavamo, ma ovviamente anche le foto in alcuni casi non renderanno perfettamente la bellezza dei posti.
Io stessa quando sono arrivata ad Alcalà del Valle, un pueblo blanco che avevo incluso nel mio itinerario in Andalusia, non mi ha detto nulla, perchè la pioggia era copiosa, tutti i negozi e ristoranti chiusi, vie deserte.
Appena spuntava un raggio di sole però, tutto prendeva vita. Gli spagnoli poi in questo sono i numeri uno. Non si lasciano scappare nemmeno un’occasione per bersi una birra e ritrovarsi.
Ronda
Come dicevo, c’è chi include questa città fra i pueblos blancos e chi no. Noi l’abbiamo visitata in una giornata molto particolare in quanto il kalima (la sabbia rossa del Sahara) opacizzava ogni cosa ed anche le foto hanno un effetto quasi seppia.
Le temperature sono state più che gradevoli e per fortuna non ha piovuto, ma volete mettere col sole?
Comunque, di Ronda e di tutto ciò che offre ne parlo qui:
Setenil de las Bodegas
La strada che conduce a questo pueblo blanco, sicuramente il più particolare fra tutti, è immersa fra ulivi, vigneti e campi coltivati a cereali.
Incastonata fra pareti rocciose, Setenil si estende principalmente in lunghezza, adagiato nella gola millenaria scavata dal fiume Guadalporcun. Nella parte più alta del borgo ci sono alcuni mirador.
Quello a fianco de la Iglesia de Nuestra Senora de la Encarnacion, si chiama Mirador de La Villa. Il panorama da lì è veramente strepitoso!
Le vie sono strettissime ed in alcune sue parti sembra che le pareti rocciose quasi le stritolino. Per 1,5€ è anche possibile visitare una casa abitata posta sotto questo enorme costone roccioso.
La via principale, ove trovare negozi, caffè e ristoranti è quella proprio sotto la roccia, nella parte più bassa del paese di Setenil. Lì anche se piove non ti bagni sicuro, e visto che nel nostro caso aveva cominciato a piovere, ne abbiamo approfittato per sederci in un locale per un caffè.
Mi ha ricordato un po’ le case di Matera, con i muri in pietra all’interno.
Con il sole ci si può sedere all’esterno, perchè questa parte della via è per gran parte della giornata al sole e si chiama Cueva del Sol.
Proseguendo, la strada si incupisce in quanto troverete costruzioni da entrambi i lati, impedendo totalmente al sole di entrare. Questa parte è chiamata Cueva de la Sombra.
Setenil de las Bodegas fa parte dei borghi più belli di Spagna ed è fra i Pueblos Blancos più belli anzi, forse il più bello in assoluto, proprio per la sua particolare posizione. Assolutamente da vedere!
Alcalá del Valle
Purtroppo abbiamo raggiunto questo villaggio bianco sotto una pioggia battente. Siamo comunque scesi per visitarlo, ma l’impressione che ci ha dato non è stata buona.
Però non prendete troppo seriamente le mie sensazioni, perchè qualsiasi posto cambia con una giornata di sole.
L’unica cosa che mi ha colpito e che vale la pena vedere è la chiesa barocca di Santa Maria del Valle. Avevo letto anche della Fuente Grande, ma attualmente (2024) non è accessibile ed è sotto manutenzione.
So che questo pueblos blanco è rinomato per la sua gastronomia. Altro purtroppo non posso aggiungere. Se tornassi indietro non mi fermerei.
Olvera
Tra i Los Pueblos Blancos più belli metterei Olvera. Non ha il fascino di Setenil, però vale la pena fermarsi e vederlo.
E’ a breve distanza da Alcalá del Valle, per fortuna però quel breve tragitto ci ha permesso di visitarlo senza pioggia.
Una volta parcheggiata l’auto ci siamo diretti verso la chiesa, che domina tutto il centro abitato e che già dalla valle sottostante è visibile, evidenziando chiaramente il contrasto fra le casette bianche del borgo e le sue mura color crema.
La parte alta di Olvera è chiamata Barrio de la Villa ed è l’antico nucleo della cittadina. Qui infatti, oltre alla chiesa, dedicata alla Madonna della Incarnazione, si trova anche il castello, risalente alla dominazione moresca dei primi secolo dopo l’anno 1000.
E’ bello scendere da qui verso la parte più nuova di Olvera, perchè avrete modo più e più volte di vedere il paese e la valle circostante dall’alto, inoltre percorrerete piccole stradine strette e bianche, abbellite dai classici vasi appesi ai muri, una caratteristica vista in tutti i villaggi andalusi che abbiamo avuto modo di visitare.
Insomma, Olvera mi è piaciuta e vi consiglio di dedicarle un paio d’ore del vostro tempo.
Zahara de la Sierra
Il maltempo ci ha perseguitato tutta la settimana, ma nella sfortuna, abbiamo avuto un po’ di fortuna nella clemenza della pioggia se non addirittura nell’avere qualche raggio di sole appena giunti nei paesi.
Per Zahara è stato così. Arrivati con la pioggia e ripartiti con un bel sole ed un cielo in parte azzurro che ci ha permesso di godere del contrasto con il bianco delle case. Ci troviamo nel cuore della Sierra di Grazalema e le temperature sono tutt’altro che gradevoli (nonostante il sole).
Zahara è molto piccola e come la maggior parte dei Pueblos Blancos andalusi, arroccata. La rocca, detta torre di Homenaje, risalente al primo secolo dopo l’anno mille, sovrasta l’abitato.
La Chiesa di Santa Maria de la Mesa, in stile barocco ed edificata nel XVIII secolo, sostituisce quella primitiva, di cui rimangono solo alcuni resti e che a sua volta sorgeva dove prima c’era una moschea.
Un vero peccato che la dominazione cristiana abbia in gran parte cancellato le costruzioni moresche. A Granada, Siviglia e Cordoba è più facile veder convivere le due architetture.
Nonostante tutto Zahara de la Sierra è uno dei pueblos blancos più belli e merita di essere vista.
Grazalema
L’ultimo pueblo blanco che abbiamo visitato con il sole (ma un freddo cane), è Grazalema.
Non so se sia questo paese a dare il nome alla Sierra de Grazalema o viceversa, so soltanto che arrivarci da Zahara ha comportato lo scavallamento dei monti.
Secondo me c’è anche un itinerario differente, ma come solito noi se non ci complichiamo la vita non siamo contenti.
Già dalla strada si vede il paese stendersi come nell’antro di un fiume, in lunghezza, un po’ come Setenil. La visione d’insieme è sempre bella, per certi versi migliore che quando cammini per le sue viuzze strette ed acciottolate.
Che cosa vedere a Grazalema, anch’esso parte de los pueblos blancos più belli di Spagna?
Più che altro troverete alcuni edifici religiosi, risalenti al XVII secolo, come la Iglesia de Nuesta Señora de la Aurora, case con le classiche inferiate in ferro battuto e portoni in legno, e muri bianchissimo con vasi appesi.
Grazalema è principalmente un importante punto di sosta e di partenza per i trekking che si effettuano sulla Sierra omonima ed anche per la fabbrica di coperte, che le consentì nei secoli addietro di avere un discreto sviluppo economico.
In loco troverete anche negozi che vendono il queso Payoyo, formaggio tipico, fatto con il latte di capra.
Un’altra peculiarità (e noi l’abbiamo capito molto bene), è che Grazalema sia il paese spagnolo in cui mediamente piove di più, pur rispettando tutti i crismi degli altri pueblos blancos, con i muri candidi per riflettere i raggi del sole che in Andalusia, si sa, battono forte.
Una visita al borgo è doverosa, magari in concomitanza con la sosta pranzo. Nella bella piazza centrale ci sono alcuni bar dove suppongo sia molto gradevole sostare.
Scusate l’ironia, ma purtroppo noi siamo stati davvero sfortunati nella visita dei ‘los pueblos blancos‘.
Arcos de la Frontera
Ah come ci sarebbe piaciuto visitare Arcos, ma la pioggia qui non ci ha dato alternative. Era troppo forte.
Abbiamo provato a fare giusto una foto nel suo insieme che, mi ripeto, spesso rende maggiormente l’idea di come sia strutturato un pueblo blanco.
Nel caso abbiate la possibilità, Arcos de la Frontera è uno dei paesi bianchi dell’Andalusia da vedere.
Porta d’accesso per percorrere la Ruta de los pueblos blancos, è quello più vicino a Cadice ed è quello che, a livello di infrastrutture turistiche, offre di più.
Punto strategico durante la dominazione moresca, mostra ancora i segni del suo passato, che poi la dominazione cristiana ha cercato di eliminare. Lo si vede nella Chiesa Santa Maria de la Asunción, risalente al XIV secolo, poi rimaneggiata con l’aggiunta di elementi barocchi alcuni secoli più tardi.
Di interesse anche il castello di Arcos, risalente al dominio musulmano, il palazzo del Conde del Águila e la Chiesa di San Pedro.
Quello però che sicuramente vi rimarrà nel cuore, e che caratterizza quasi tutti i pueblos blancos della regione, è la vista che si gode sulle valli circostanti. Nelle giornate terse sono un vero dipinto!
Vejer de la Frontera
C’è chi lo include nella lista dei los pueblos blancos e chi no.
Le caratteristiche in linea di massima ci sono, ma Vejer è molto pìù vicino all’oceano e noi l’abbiamo visitato mentre ci recavamo a Tarifa.
Vejer è una vera chicca ed è un luogo in cui soggiornerei volentieri. Peccato che non sia sul mare ma, credetemi, gli manca solo quello. E comunque in poco tempo si raggiunge uno dei punti più belli di questo tratto di costa ovvero Punta Trafalgar, vicino al paese ed alla splendida spiaggia rossiccia di Los Caños de Meca.
Non ho dubbi, qui ci tornerò sicuramente.
Vejer è una cittadina turistica, ma con negozi e gallerie d’arte di gran gusto. Alcuni scorci sono meravigliosi, e sedersi per un pranzo o un semplice caffè sarà davvero piacevole.
Noi abbiamo scelto El Jardin del Califa, anche ristorante con annesso un hotel dalle architetture ed ambientazioni moresche (tenetelo in conto perchè ha buoni prezzi ed ottime recensioni), con una terrazza con vista meravigliosa.
Per fortuna il meteo ci ha regalato quella mezz’ora, giusta per fare due foto e bere qualcosa all’aperto. Dopo ci siamo seduti all’interno, aspettando che spiovesse…ma che vita!
Con Vejer termino questo articolo sui ‘los pueblos blancos‘ dell’Andalusia. Ce ne sarebbero stati molti altri da vedere, ma alla fine tanti sono simili fra di loro ed io mio consiglio è di visitarli mentre vi dirigete da ovest ad est della regione o viceversa.
Sono sicuramente molto caratteristici ed emblematici di questa parte di Spagna.
Spesso ci si concentra sulle città principali ma, alla fine, la tradizione e l’anima più vera, la si trova al di fuori dei luoghi maggiormente decantati, concentrati più che altro sulle esigenze del turismo che sul preservarsi nella loro autenticità.